COSA FARE NELL’ORTO DOPO LA GRANDINE?
Ecco come intervenire se una grandinata danneggia le piante dell’orto per evitare che le piante stesse vengano colpite da batteri, funghi e virus
Se la grandine si abbatte sull’orto, nel lasso di tempo che intercorre tra la formazione della ferita su una pianta e la sua cicatrizzazione, può essere utile eseguire un trattamento disinfettante con prodotti ad azione antimicrobica come quelli a base di rame (per esempio solfato, ossicloruro, idrossido di rame) oppure l’estratto di semi di pompelmo, oppure la soluzione idroalcolica di propoli, con la speranza di colpire i microrganismi prima di un loro eventuale ingresso nella pianta.
Queste sostanze agiscono per contatto e sono efficaci nei confronti di molti funghi e batteri; l’estratto di semi di pompelmo è attivo anche contro i virus. Se invece si interviene dopo che la pianta ha rimarginato (suberificato) le ferite (come nel caso della foto qui sopra), questo trattamento serve a poco. A prescindere da questi accorgimenti, è sempre molto utile rafforzare le capacità delle piante di reagire allo stress della grandinata con le pratiche di seguito indicate.
1/3 – UNA SARCHIATURA
La prima cosa da fare nell’orto dopo una grandinata è una sarchiatura del terreno per ovviare all’azione battente di grandine e acqua
Normalmente, la grandine è accompagnata dalla caduta di molta acqua in breve tempo che, assieme all’azione battente della grandine stessa, causa la formazione di crosta sul terreno, portandolo in una condizione di asfissia che non permette un adeguato ricambio d’aria (che contiene ossigeno) nello strato interessato dalla presenza di radici. Senza un’adeguata disponibilità di ossigeno le radici non sono in grado di assorbire né l’acqua, né i principi nutritivi, così come i microrganismi non sono capaci di liberare principi nutritivi dal concime.
Occorre pertanto, con urgenza, rompere la crosta superficiale con una sarchiatura e ripristinare la giusta permeabilità all’aria nel terreno: le piante riprenderanno prontamente a crescere. Fra tutte le cose da fare nella cura delle piante dopo una grandinata, questa è la più importante. Anche nelle coltivazioni condotte con la tecnica della pacciamatura, dopo forti temporali o grandinate è prudente verificare che il terreno non abbia formato la crosta superficiale, evento non frequente, ma possibile.
2/3 – STACCARE I FRUTTI
Non è consigliabile mantenere sulla pianta i frutti danneggiati dalla grandine, non più buoni per essere mangiati
È utile staccare tutti i frutti gravemente danneggiati dalla grandine e ritenuti non più commestibili (o, per l’agricoltore professionale, non più commercializzabili), in modo che la pianta non investa altre energie nel portarli a maturazione, ma le dedichi alla produzione di nuove foglie, fusti e fiori. Spesso, però, i frutti danneggiati dalla grandine riescono comunque a generare semi vitali ed essere pertanto funzionali agli obiettivi della pianta che punta a produrre semi, cioè «figli».
3/3 – TRATTAMENTI CON CHITOSANO
L’efficacia del chitosano rispetto a diversi batteri, funghi e virus è ormai dimostrata e ne consigliamo l’uso dopo i danni provocati dalla grandine
Se dopo la grandine si temono infezioni parassitarie, può essere molto utile eseguire alcuni trattamenti fogliari e/o radicali con prodotti a base di chitosano, uno zucchero derivato dalla chitina, una sostanza naturale presente nei tegumenti dei crostacei, degli insetti e nelle pareti cellulari dei funghi.
Il chitosano agisce come induttore di resistenza rispetto a diversi batteri, funghi e virus parassiti, stimolando le piante ad attivare forme di difesa interne contro eventuali infezioni iniziate nella fase precedente alla cicatrizzazione delle ferite. Numerose prove sperimentali condotte da enti di ricerca indipendenti (Università, per esempio), sia in Italia che all’estero, ne hanno dimostrato l’efficacia.
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